Da Olbia alle Alpi, l’ambientalismo tra Greta, Messner e Jovanotti

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Greta Thunberg

Quanto vale il silenzio? Quanto la grande bellezza delle montagne (ma anche delle coste) può sopportare il clamore delle feste di popolo? La contesa tra lo scalatore e il menestrello è tutta qui.

Reinhold Messner e Jovanotti. Colpi di fioretto, ben affilati, per quel concerto a Plan de Corones, Alto Adige, quota 2275 metri. “Così la montagna viene snaturata”, dice l’alpinista,“in montagna si va a cercare il silenzio”. E il cantante:”Il nostro progetto è serio, accurato e soprattutto nuovo, realizzato con criteri ambientali che oggi non solo sono possibili, ma importanti da mostrare al pubblico.”

Il mare come la montagna. Il tour di Jovanotti, dal 6 luglio al 31 agosto, tocca la cima dolomitica, ma per il resto si svolge su e giù tra le coste e fa tappa anche a Olbia, molo Bonaria dell’Isola Bianca ( 23 luglio ). Natura e allegria, biodiversità e divertimento.

Entrano in campo le giovani generazioni, che si stanno dimostrando consapevoli, audaci, come Greta Thunberg, la sedicenne di Stoccolma che ha dato vita ai “Fridays for Future” e che ha mobilitato le folle del del Pianeta. Greta è a Roma. In sintonia con l’Enciclica “Laudato sì”, a difesa dell’ambiente, ha incontrato il Pontefice. “Ho ringraziato il Papa e lui mi ha detto:”Vai avanti!”, ha raccontato Greta. Una stretta di mano ed un breve scambio di battute con Francesco. E gli ha mostrato un cartello bianco con la scritta: ”Unitevi allo sciopero per il clima”. Greta domani sarà a Palazzo Madama, e infine venerdì la grande manifestazione a Piazza del Popolo.

Si fa più affollato dunque lo scenario di Plan de Corones, più vibrante la sfida sull’ambiente, perché sullo sfondo c’è una società alla ricerca del punto di equilibrio, del “centro di gravità permanente” – direbbe Battiato – per consentirci di guardare avanti con fiducia, liberandoci di gabbie e paure.

Secondo Messner, “abbiamo ricevuto in dono le montagne e dobbiamo imparare a rispettarle per ciò che rappresentano: una riserva d’acqua e di quiete, un luogo libero dove dedicare tempo alla cura dello spirito.” E Jovanotti:”Io nella mia vita le uniche scalate che ho fatto sono di classifiche di canzoni”, ma “la montagna non ha più diritti di un bel prato a Woodstock o di una spiaggia a Rimini o del Circo Massimo. Gli ambienti vanno rispettati sempre, non solo il giardino intorno a casa propria.”

Certo sarebbe triste un mondo senza musica e sarebbe soffocante senza pause. Allo sdegno dello scalatore il menestrello prova ad appigliarsi con una metafora: le nostre feste, un grande campo base, che a differenza di quello dell’Everest verrà lasciato meglio di come lo troveremo, con la collaborazione di tutti.

E dunque quanto rumore vogliamo metterci nel silenzio? Quanta folla che non sia invasione per l’ambiente? Bisognerà chiederlo alla fierezza delle Dolomiti altoatesine, allo spettacolo delle spiagge sarde, e anche alle geometrie di città e paesi che fanno bella l’Italia. Bisognerà ascoltare i giovani come Greta, milioni nel mondo. Dalle risposte dipende la qualità della nostra vita.

Attilio Gatto