Da Silvio Ruggeri, membro dell’assemblea provinciale e della segreteria di Cagliari del Partito democratico e assessore del comune di Elmas con deleghe al bilancio, ambiente e tributi, riceviamo a volentieri pubblichiamo.
Questo Pd in Sardegna, ha ancora un futuro? Ha perso la bussola, ha perso il ruolo di riferimento di un centro sinistra democratico e progressista.
Può rappresentare davvero la proposta concreta in grado di affrontare il prossimo ventennio? In grado di affrontare le nuove sfide che ci attendono in cui i giovani possono e devono essere i grandi protagonisti? No, io credo proprio di no.
Anche stavolta, per l’ennesima volta, ha deluso tutti, ha perso una grande occasione di recuperare sugli errori del passato, ancora una volta, dimostra di essersi ridotto ad un comitato di affari che stringe le cinghie a difendere l’indifendibile, a proteggere gli indifendibili, non costruisce classe dirigente da tempi immemori, elegge consiglieri regionali spesso autoreferenziali, che per logiche personali annientano definitivamente ogni logica e pensiero possa sostenere l’idea di chiamarsi ancora partito. Sedi, struttura organizzativa, candidature, elezioni, rappresentanza nelle istituzioni, non bastano per definirsi partito. E non è un pensiero retrogado o malinconico. No, non lo è per niente.
Non rappresenta più un modello di società in cui istruzione e sanità pubblica garantiscano la libertà degli individui sostenendone l’organizzazione per finalità di bene collettivo.
Ricordo un vecchio video che raccontava di un esame all’università in cui il docente raccomandava al giovane studente di partire e andare via dall’Italia, se non avesse avuto la forza e il coraggio di combattere dinosauri come lui. Già, come i dinosauri della politica che stanno incrinando la stessa alla necessità di mantenere un posto di potere, il proprio. Ma io non credo che noi siamo ciò che facciamo vedere con delle maschere, non siamo ciò che possediamo e non siamo strumenti da sfruttare per gli interessi di pochi. Noi, giovani, siamo ancora cuore, sogni, speranze. Siamo le gambe e il fiato di cui ha bisogno questo tempo. Ora più che mai.
Due fatti inequivocabili ed inopinabili hanno stravolto le ultime giornate politiche.
– le elezioni comunali in Sardegna
– il caso dell’apertura delle discoteche
Sono l’emblema che contraddistinguono le sabbie mobili in cui si arenato il processo di sviluppo di una forza politica democratica, progressista e riformista, che non è più il Pd, ma che ad oggi, non ha ancora una valida alternativa.
Il Pd ha perso malamente le ultime tornate elettorali comunali, vedi Quartu Sant’Elena e Nuoro, eppure è lì a festeggiare la vittoria del centrosinistra. A Quartu registra l’8%, a Nuoro il candidato del Pd in una tribuna politica andata in onda su una rete regionale, accusa il Sindaco uscente (dopo aver raggiunto un grande risultato alle ultime europee) di aver voltato le spalle al partito, di essersi sottratto alle primarie. Beh, Andrea Soddu ha vinto, il partito no. E ad onor del vero, se questo partito in Sardegna avesse svolto il proprio compito con responsabilità, oggi Andrea Soddu sarebbe europarlamentare e ce ne gioveremmo tutti.
Per quanto riguarda il caso sull’apertura delle discoteche, a parte l’aver firmato un ordine del giorno inequivocabile, da parte di alcuni consiglieri regionali del Pd, in modo vergognosamente trasversale, senza la firma del capogruppo ma di un fantomatico vice, già di per sé emblematico, ancora peggio è l’averlo votato in assenza in aula di uno straccio di parere del Comitato Tecnico Scientifico. E anche stavolta, chiudendosi a riccio sui propri limiti e i propri errori, il partito firma una richiesta di dimissioni del Presidente Solinas insieme ai propri consiglieri regionali, immagino con le richieste pressanti proprio di chi ha firmato quell’o.d.g. vergognoso.
Vergognoso politicamente, vergognoso per il sardi, vergognoso per chi dovrebbe essere la valida alternativa in un periodo storico altamente privo di valori e senso civico.
Stiamo per attraversare un momento storico in cui il recovery fund porterà nell’isola miliardi di euro e di opportunità: opportunità di sviluppo di reti e di collegamenti, di utilizzo della tecnologia per crescere, per unire le zone interne, per riuscire a portare il lavoro nei piccoli borghi e non più le persone al lavoro, cambierà questa società e forse questa sarà l’ultima opportunità che avremo di ricreare socialità, di ritrovare amore per l’ambiente, per i luoghi, per questa terra.
Il Pd di oggi sarà in grado di essere l’elemento trainante in questa nuova sfida?
Beh, credo proprio di no. Solo i giovani, istruiti e organizzati lo potranno essere, con i propri sogni in mano.
Silvio Ruggeri