
Avendo in tasca una laurea in giurisprudenza (come ha scritto in tutti e tre i curricula pubblicati tardivamente il 13 febbraio) il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, Christian Solinas, tiene a far sapere oggi dalle colonne del Corriere della Sera di non essere “né avvocato penalista, né civilista”. E, in un breve colloquio con l’inviato Gian Antonio Stella, precisa anche di non aver mai esercitato la professione – “Faccio lo storico del Diritto” – dando così l’impressione di aver conseguito il titolo da lunga data. Per lo meno da tre o quattro anni, il tempo che mediamente passa tra la laurea, il praticantato e il severo esame di Stato per l’avvocatura, sempre che lo si superi al primo colpo. Il fatto è che – come abbiamo appena scoperto – Solinas si è laureato due mesi e sei giorni fa.
Una scoperta, appunto, perché in nessuno dei tre curricula dove si menziona la laurea in giurisprudenza sono indicati l’ateneo e la data di discussione della tesi. Adesso siamo in grado di colmare la lacuna: Christian Solinas – matricola 30028222 – s’è cinto il capo con la corona d’alloro poco dopo le 15 del 12 dicembre 2018, alla fine della discussione della tesi (non ne conosciamo il titolo, ma ci stiamo lavorando) nell’aula magna della Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Sassari. Ignoto l’argomento della dissertazione accademica, intrattenuta con il professor Pietro Onida malgrado, formalmente, il relatore fosse il collega Giampaolo Demuro.

Questa scoperta aiuta a spiegare il mistero della conferenza stampa annunciata e mai convocata. Ai primi di dicembre un cronista de La Nuova Sardegna chiese conto a Solinas – che era stato appena designato dal congresso del Psd’Az candidato alla presidenza della Regione – della sua fantomatica laurea rumeno-messicana. Il senatore sardoleghista rispose parecchio piccato. “Parliamo di cose serie. Comunque, entro dicembre organizzerò una conferenza stampa per illustrare i miei titoli culturali e politici”. Attendeva, insomma, quel fatidico 12 dicembre per annunciare, finalmente, il conseguimento del titolo.
Poi deve aver cambiato idea. Perché? Giriamo a lui la domanda (aggiungendola alle altre nove domande alle quali non ha ancora risposto). Ma abbiamo un’ipotesi: che abbia preferito tacere sulla vicinanza temporale del titolo vero per gettare un velo su quello farlocco. Del quale, fino a ora, non ha detto nulla.

Al contrario, in questi ultimi mesi pare essersi prodigato per far scomparire dal web ogni traccia di quella vicenda (come ha appena ieri confermato il direttore di un quotidiano online isolano) peraltro testimoniata da innumerevoli prove, compresa la foto (a sinistra) che lo ritrae, il 17 maggio 2006, a Bucarest, in Romania, con tanto di tocco e toga. A consegnare il “diploma di laurea”, Italo Aldo Pignatelli, presidente del “Leibniz business institute”, con sedi a Milano e a Santa Fe, nel Nuovo Messico. Un pezzo di carta con valore legale pari a zero, stampato da un istituto sanzionato pochi mesi prima dall’Agcom per pubblicità ingannevole e oggi scomparso.
Per trovare qualche dichiarazione di Solinas sulla vicenda, bisogna frugare negli archivi dei giornali sardi. Ed ecco, in una copia de Il Sardegna dell’ottobre 2007, la risposta al giornalista che gli chiedeva conto di quelle “voci d’Ateneo” sulla laurea conseguita in un paese del’Est: “Bassezze umane – tagliò corto -. In nessun mio curriculum ho utilizzato quell’attestazione, che nasce da una materia completamente diversa da quella dell’ente dove lavoro”, vale a dire l’Ersu di Cagliari, l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario, del quale Solinas era, in quel momento, presidente.
Pablo Sole
pablosole@ilrisvegliodellasardegna.it