Nel firmamento del cinema italiano, splende la stella di Benito Urgu. Se la meritava proprio la candidatura ai Nastri d’Argento ( Migliore Attore non Protagonista per L’uomo che comprò la luna di Paolo Zucca). Urgu nel film è sé stesso, con quella faccia un po’ così, che comunica tragico e comico con una smorfia, un battito di ciglia, un’espressione carica di sfumature, di quelle che o ci nasci o, per quanto studi e ti applichi, sarà sempre un’imitazione, di lusso magari, ma comunque artificiale.
Eppure quell’espressione che, con suoi mille personaggi, Urgu ci ha regalato, contaminando i generi tra musica, tivù, teatro e cinema, esprime distacco da manuale brechtiano. Si vede vede l’attore, l’uomo che presenta il personaggio ( Urgu è il maestro di sardità nel film di Zucca, come il centauro Chirone per Ercole ). Ne scaturisce un effetto straniante, cultura popolare e spettacolo ai massimi livelli che accompagnano la Sardegna nel mondo. L’immagine più delicata e più potente dell’Isola.
Grande riconoscimento anche per Stefano Fresi, candidato miglior attore di commedia per il film di Zucca, ma anche per C’è tempo di Walter Veltroni. E spiccano le undici nomination per Il traditore di Marco Bellocchio, nei panni di Tommaso Buscetta c’è Pierfrancesco Favino, ora impegnato sul set di Hammamet. Interpreta Bettino Craxi – stupefacente somiglianza col leader socialista, visionario lavoro dei truccatori – nel film diretto da Gianni Amelio.
Attilio Gatto