Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, potrebbe essere sardo. Non c’è ancora la prova decisiva, ma alcuni indizi convergenti. Una vicenda complessa, che è opportuno raccontare dal principio, dai primi giorni di ottobre quando comincia a circolare la voce secondo la quale il candidato del centrodestra alle regionali sarde del febbraio 2019 sarà il segretario del Partito sardo d’Azione, Christian Solinas. Nella spartizione nazionale delle regioni tra Berlusconi, Salvini e Meloni la Sardegna è toccata alla Lega, il Psd’Az si è alleato con la Lega alle ultime Politiche, quindi…
Per i big del centrodestra sardo è un grosso rospo da ingoiare. Il Psd’Az, al netto della Lega, è un partitino del 2,5 per cento. Poi ci sono una serie di vecchie ruggini personali. Fatto sta che da Forza Italia parte il tentativo di fermare Solinas. Che segue l’unico percorso possibile: individuare un candidato alternativo gradito alla Lega. Sorge così l’astro di Angelo Binaghi, presidente della Federazione nazionale del tennis. E’ amico di Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Salvini, appartiene a una delle famiglie che contano della borghesia cagliaritana. Da ambienti di Forza Italia viene anche fatta filtrare la notizia di sondaggi riservati che darebbero Binaghi più avanti di Solinas. Il quale si allarma fortemente. E’ in questa fase che con tutta probabilità viene avviata l’operazione “cancellazione della memoria”, per rimuovere dalla Rete una serie di articoli imbarazzanti. Come – la de-indicizzazione da Google avverrà un mese dopo – quelli che raccontano la vicenda della laurea farlocca “conseguita” dal leader sardista presso una università del New Mexico.
L’operazione-Binaghi non riesce. L’annuncio del tour di Matteo Salvini in Sardegna ne sancisce il fallimento: Salvini viene per incoronare Solinas. Mossa azzardata, osservano in molti: un milanese che sceglie il governatore della Sardegna (nell’ambiente la vittoria è data pressoché per certa). Ma Salvini è uomo d’esperienza e trova la soluzione: benedirà Solinas tenendoselo sempre accanto per tutto il tour, ma dirà che spetta ai sardi scegliere il loro candidato. Il giorno dopo i sardi, cioè i delegati sardisti, acclamano Solinas come candidato governatore. Infine, il responsabile della Lega per la Sardegna, Eugenio Zoffili, lombardo di Erba, Brianza, convoca il vertice del centrodestra sardo nel convento dei cappuccini di Barumini e, all’ombra della reggia nuragica, il nome di Solinas viene riconfermato.
Siamo alla fase finale, e più avvincente, della storia: un nuovo tentativo, targato Forza Italia, di fermare Solinas. Che si articola in due interviste a l’Unione sarda. La prima, sabato scorso, del deputato Pietro Pittalis, la seconda, lunedì, dell’eurodeputato Salvatore Cicu. Entrambi affermano che la scelta definitiva del candidato governatore deve ancora essere ufficializzata dal tavolo nazionale del centrodestra.
Nel mezzo delle due uscite, ecco che interviene il brianzolo Zoffili, che spiega – sempre a l’Unione sarda perché il segretario del Partito sardo sarà sicuramente il candidato alla carica di governatore della Sardegna: è vero, nel centrodestra sardo c’è qualche perplessità ma, chiarisce Zoffili: “Conosco Matteo da 25 anni e, stia sicuro, se lui prende un impegno lo mantiene”.
Quindi è stato Salvini a scegliere Solinas. Lo stesso Salvini che aveva detto a chiare lettere che la scelta spettava ai sardi. Dunque Matteo Salvini è sardo. L’ipotesi alternativa è che il ministro dell’Interno sia un bugiardo e i suoi seguaci sardi dei babbei. Ma abbiamo troppo rispetto per le istituzioni per pensarlo.