Urbanistica, nel consiglio regionale il dibattito è surreale

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Da Matteo Lecis Cocco Ortu (Partito democratico),  vice presidente del consiglio comunale di Cagliari riceviamo e pubblichiamo questa riflessione.

Assistiamo in Consiglio regionale a un dibattito surreale e toni trionfalistici per provvedimenti urbanistici di scarso respiro e contrasti ideologici.

L’interpretazione autentica del PPR viene finalmente chiaramente descritta su l’Unione sarda esclusivamente come funzionale alla lotta contro il Ministero dei Beni Culturali per tentare di ribaltare un parere negativo sul progetto di una strada tra Sassari e Alghero. Il centrodestra chiede al Consiglio regionale di legiferare su una interpretazione del Piano paesaggistico che rischia di avere conseguenze su tutto il territorio regionale non studiate e non prevedibili in questa fase.

E il dibattito più generale sul Piano Paesaggistico Regionale è ancorato all’ideologia e non affronta laicamente i temi, che dovrebbero essere prioritari per i legislatori: estensione, aggiornamento ed attuazione. Manca infatti ancora la sua estensione a tutto il territorio regionale dal momento che il PPR per le aree interne e i paesaggi rurali è rimasto colpevolmente nei cassetti della scorsa giunta regionale e nessuno ne parla; dopo 15 anni di vita è normale pensare al suo aggiornamento, in leale collaborazione con lo Stato e con una macchina amministrativa adeguata come quella che lo ha visto nascere; ed occorre sostenere la sua attuazione, con un fattivo supporto alle amministrazioni comunali che hanno uffici tecnici che a fatica riescono a portare avanti l’ordinario e difficilmente riescono a seguire procedimenti lunghi e complessi come l’approvazione dei piani urbanistici che, nei fatti, ne determinano l’efficacia.

Altro tema è il Piano Casa che per tanti professionisti del settore è stato negli ultimi anni unico strumento di sopravvivenza per l’attività che sta affrontando una crisi epocale. L’unanimità sulla sua proroga di sei mesi sancisce l’appiattimento di tutto il Consiglio regionale sull’unico provvedimento che recentemente la politica regionale, bipartisan, è stata in grado di proporre per il settore dell’edilizia e delle costruzioni. Ma non possiamo dimenticare l’eccezionalità del provvedimento e fare una riflessione più attenta sulla giustizia sociale alla base di una politica pubblica altamente sperequativa: in deroga alla pianificazione urbanistica regala volumi abitativi a chi già li ha e niente agli altri.

Una norma, nata provvisoria, che durando per tanti anni costituisce di fatto una modifica peggiorativa degli standard urbanistici e che – a dispetto dello stesso nome della legge che lo istituiva – diventa un provvedimento che incide a totale svantaggio di chi non possiede una casa e negli aggiornamenti dei piani urbanistici incide negativamente sulle possibilità di edificazione di chi ne avrebbe davvero necessità. Una specie di Robin Hood al contrario.

Nei prossimi giorni la discussione dalla Commissione passa all’aula del Consiglio regionale, e può essere occasione per allargare lo sguardo alle reali esigenze dei nostri territori e per approfondire, insieme a tutta la società sarda che ha a cuore lo sviluppo sostenibile della nostra terra, una concreta riforma urbanistica che non venga affossata da un dibattito esclusivamente ideologico.

Matteo Lecis Cocco Ortu