Vittore Bocchetta, la difesa della memoria raccontata per immagini

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Nel Giorno della Memoria, Vittore Bocchetta racconta il suo rapporto con Hersbruck, oggi ridente cittadina di poco più di 13mila abitanti nel Nord-Est della Baviera, ieri sede di uno dei sottocampi del lager di Flossenbürg dove fu recluso dal settembre del 1944 ai primi giorni di aprile del 1945 quando, mentre si avvicinavano i soldati americani, i nazisti evacuarono i prigionieri costringendoli a una marcia della morte dalla quale, miracolosamente, riuscì a fuggire. Là Bocchetta, nel 2007, ha realizzato un monumento, Ohne Namen (Senza nome), a ricordo delle vittime dello sterminio.  E poi ha seguito l’evoluzione urbanistica di Hersbruck, individuando frammenti del conflitto dei suoi abitanti con quel terribile passato. Ecco il suo racconto.

Due anni prima del 2000, anno in cui fu istituito il “Giorno della Memoria”, Carla Giacomozzi dell’Archivio Storico del Comune di Bolzano e Pucci Paleari, della Biblioteca Civica di Novi Milanese, erano già riusciti a persuadermi a seguirli in Germania a testimoniare “sul posto” e a riprendere in un video-documentario quel che restava di uno dei più nefasti luoghi di tortura nazista, il KZ di Flossenbürg ed il suo sottocampo di Hersbruck, che mi avevano ospitato nel 1944-45.
Allora restava soltanto il bell’edificio già comando delle SS poi riadattato ad ufficio delle imposte.

Nei vent’anni successivi ho viaggiato spesso in Germania, specie in occasione del 27 gennaio, anche perché preferivo non presenziare alle manifestazioni che si tenevano a Verona nel giorno della memoria per via di certe ipocrisie istituzionali.

Hersbruck è attualmente una cittadina a vocazione turistica e sono evidenti due attitudini opposte riguardo alla memoria di quello che fu il loro KZ.

Il gruppo del memoriale del campo è riuscito a fatica conservare il rispetto per quel passato considerato scomodo da molti altri. Ogni 27 gennaio si svolge una fiaccolata che si conclude di fronte al monumento Ohne Namen (Senza nomi) che avevo dedicato nel 2007 agli sventurati che avevano perso il nome, la dignità e la vita negli otto mesi di attività del campo.
Poi, fatalmente, la memoria è stata di nuovo offesa con la demolizione del comando delle SS, sostituito da un’orrida costruzione verde pisello, che fra l’altro offende il senso estetico della altrimenti pregevole cittadina bavarese.

E, come se non bastasse, il sito del campo è ora occupato da un parco acquatico.

Dopo le insistenze dei miei amici del memoriale del KZ, hanno almeno affisso il pannello esplicativo di Ohne Namen.

Vittore Bocchetta